CONSULENZA PSICOPEDAGOGICA A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA

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LA CONSULENZA PSICOPEDAGOGICA

La consulenza psicopedagogica è un aiuto mirato per supportare i genitori, gli insegnati o gli educatori che incontrano difficoltà a gestire il loro quotidiano compito educativo. Il consulente psicopedagogico, tramite colloqui con i genitori, osservazioni dei minori nel contesto educativo e la formulazione di progetti che tengano conto delle unicità di ogni situazione, affianca le figure adulte nella ricerca attiva di una soluzione favorendone l’autonomia dello stesso.

Lo studio ”Dott.ssa Laura Giarrusso” offre consulenze alla famiglia che lo richiede per affrontare problematiche legate alla gestione dei figli, alla condivisione delle regole di famiglia, alla conflittualità genitoriale e al sostegno alla coppia.

UN AIUTO PER LA FAMIGLIA

Attraverso consigli pratici ed applicabili nella quotidianità di ognuno, si riceve supporto per affrontare le  seguenti difficoltà:

  • Come relazionarsi con il proprio bambino affinchè vengano rispettate le regole
  • Problematiche di addormentamento /sonno
  • Problematiche alimentari
  • Aggressività
  • Paure
  • Gelosia
  • Disturbi di attenzione e iperattività
  • Disturbi di apprendimento
  • Autismo
  • Timidezza e isolamento del bambino
  • Autonomia
  • Sostegno nella fase o nello stato di separazione genitoriale
  • Condivisione di metodi educativi nella coppia genitoriale

Nel percorso sono previsti:

  • Colloqui di presentazione con la coppia genitoriale
  • Momenti di osservazione-intervento in studio o a domicilio
  • Colloqui di feed-back e monitoraggio

Per informazioni e appuntamenti

Dott.ssa Laura Giarrusso

Psicologa Comportamentale e Cognitiva Applicata (iscritta all’albo con n.11596), Pedagogista, esperta in Neuropsicologia in Età Evolutiva.

Via Buniva 14 Pinerolo (To)

tel. 3334913465   dottoressalauragiarrusso@gmail.com   www.lauragiarrusso.it

Dott.ssa Laura Giarrusso

GESTIONE DEI CONFLITTI FAMILIARI


CONFLITTI IN FAMIGLIA

QUANDO IL CONFLITTO É NORMALE

In tutte le famiglie si discute, si hanno divergenze di opinione, è normale. Ognuno esprime il proprio punto di vista, le proprie emozioni, che possono non essere condivise dall’altro ma comunque rispettate e accettate. Il conflitto fa parte della vita e del percorso di crescita di ognuno.

QUANDO IL CONFLITTO DIVENTA UN PROBLEMA

Il problema sorge quando la comunicazione tra le persone non funziona, non ci si ascolta, non c’è più rispetto e le relazioni sono messe in crisi.
Il problema quindi non è il conflitto, ma saper riconoscere e gestire le divergenze, le differenze reciproche, i bisogni di ognuno; imparare affrontare il conflitto in modo tale da riuscire a mantenere le relazioni anche quando non siamo d’accordo.
A volte, quando il conflitto diventa difficile da gestire, può essere utile chiedere aiuto.
Per esempio un percorso pedagogico puó aiutare la coppia a ridurre la conflittualità e ad elaborare in prima persona un programma di separazione rispetto alla gestione del conflitto, agli aspetti che riguardano la relazione educativa ed affettiva con i figli, all’analisi dei bisogni di genitori e figli, alla continuità genitoriale, alla comunicazione della separazione ai figli, alla relazione con gli eventuali nuovi compagni dei genitori, alle problematiche legate alla famiglia ricostituita, ecc….
Attraverso il dialogo e l’ascolto il genitore separato/divorziato è aiutato a riconoscere le proprie capacità genitoriali e a ritrovare, promuovere e valorizzare le proprie risorse.
Aiutare i genitori a separarsi “bene” è tutelante per i figli, mentre la conflittualità risulta essere un fattore fortemente dannoso per l’equilibrio emotivo.
Si tratta di un percorso educativo che mira a realizzare uno spazio di dialogo, ascolto e confronto in cui si esprimono bisogni, pensieri, emozioni per affrontare il cambiamento fino a giungere a un nuovo punto di vista più disponibile e rispettoso nei confronti dell’altro e più vicino e attento ai bisogni dei propri figli a volte strumentalizzati in modo più o meno consapevole.

Dott.ssa Laura Giarrusso

Psicologa Comportamentale e Cognitiva Applicata (iscritta all’albo con n.11596), Pedagogista, esperta in Neuropsicologia in Età Evolutiva.

Via Buniva 14 Pinerolo (To)

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BAMBINI, VIDEOGIOCHI E ADHD

Diverse ricerche hanno studiato il legame tra ADHD e videogiochi nel bambino e nell’adolescente evidenziando la probabilità che il bambino che dedica troppo tempo ai videogiochi sviluppi una dipendenza.

Una ricerca indica che più della metà dei bambini con e senza questo disturbo trascorre più di due ore al giorno ai videogiochi. Tuttavia, solo coloro i quali presentano ADHD giocano in modo compulsivo. Inoltre, è stato osservato che il bambino che mostra sintomi più gravi di ADHD corre un rischio maggiore di sviluppare dipendenza da videogiochi e subirne le conseguenze negative.

In sintesi, ADHD e videogiochi presentano una relazione bidirezionale in cui i sintomi dell’ADHD rendono attraente il videogioco, mentre il gioco stesso esacerba i sintomi dell’ADHD fornendo un’attività che rafforza continuamente il bisogno di gratificazione immediata. Lunghe ore di videogiochi possono rafforzare e consolidare ulteriormente la propensione dei bambini a una reattività incontrollata e ad un’impazienza pervasiva senza allenarli a sviluppare comportamenti più orientati alla riflessione. Il tempo dedicato ai videogiochi viene speso a discapito di attività ricreative come sport, musica e arte, che aiuterebbero a sviluppare nei bambini l’attenzione, la sicurezza di sé, l’inibizione comportamentale, la disciplina, le capacità di squadra e la socializzazione.

I bambini con ADHD possono essere vulnerabili perché i giochi sono spesso separati in segmenti più piccoli, incoraggiano il perseguimento di ricompense e non richiedono sempre tanta attenzione. La luce lampeggiante e gli effetti sonori funzionano come ancore per attirare la sua attenzione.

Il gioco è una tregua e un rifugio che alcuni bambini con ADHD non vogliono lasciare. I meccanismi esplicativi di questa attrazione da parte dei soggetti con ADHD per i videogiochi includono l’annoiarsi velocemente, l’intolleranza all’attesa, difficoltà di autocontrollo, difficoltà a essere motivati, bisogno di stimoli intensi e difficoltà nelle relazioni interpersonali. Oltre a ciò, studi in neurobiologia hanno mostrato un rilascio di dopamina striatale che coinvolge i circuiti di ricompensa del cervello durante l’uso di videogiochi migliorando la capacità di concentrazione durante il gioco che fornirebbe un senso di comfort per i giovani con ADHD.

Dalle ricerche risulta che i bambini ADHD sembrano mostrare un aumento del tempo di gioco dei videogiochi man mano che crescono, mentre i bambini “non adhd” non differiscono per età. Inoltre, sembra che l’uso eccessivo di videogiochi possa influenzare negativamente i problemi emotivi e comportamentali e il benessere dei bambini fin dai primi anni. Gli studi hanno ottenuto una correlazione positiva e significativa tra difficoltà di socializzazione e dipendenza da videogiochi e tempo di gioco durante la settimana, mentre l’associazione tra dipendenza da videogiochi e abilità prosociali è risultata negativa. In effetti, secondo la letteratura, esiste una forte associazione tra l’aumento del tempo davanti allo schermo e il ridotto sviluppo sociale nei bambini. Le difficoltà di socializzazione sono fattori di rischio per la dipendenza da videogiochi e, allo stesso tempo, saranno incentivate dall’uso degli schermi spingendo i giovani ad abusarne nei comportamenti di evitamento. Tra i giovani che non sono socialmente a proprio agio e provano un senso di fallimento nella loro vita, le interazioni online riducono sentimenti negativi come la solitudine e la noia. Detto questo, quando i genitori limitano e controllano il tempo davanti allo schermo, i bambini svilupperanno migliori capacità prosociali.

Segnali di avvertimento sull’uso disfunzionale dei videogiochi

Alcuni segnali di avvertimento sull’uso problematico dei videogiochi sono:

  • La persona perde la cognizione del tempo.
  • Il resto delle attività cessa di avere valore come rinforzo. Rispetto ai videogiochi, il piacere prodotto è insignificante.
  • La persona mente sul tempo dedicato al gioco o sulle attività che non ha svolto per giocare.
  • Mostra sintomi di astinenza subito dopo aver smesso di giocare.
  • È praticamente il suo unico argomento di conversazione.
  • Si arrabbia fortemente se costretto a smettere.

Cosa possono fare i genitori

 Non si tratta di eliminare i videogiochi e gli strumenti tecnologici, ma di educare i propri figli ad un uso corretto.

Questi strumenti non devono essere intesi come rifugio dalle difficoltà e dalla frustrazione (relazioni, noia, fallimenti, …), ma come una possibile alternativa utile e divertente da poter condividere. I genitori devono fungere da modelli per quanto riguarda l’uso dello schermo.

I rapporti negativi genitori-figli, lo scarso controllo parentale e la mancanza di regole sull’uso dello schermo sono fattori di rischio per l’aggiunta di videogiochi.

Indicazioni utili per l’utilizzo dei videogiochi

  • Stabilire un orario e un tempo preciso per giocare.
  • Mantenere piani incompatibili con il gioco (alternative come sport, attività culturali o artistiche, …)
  • Condividere il tempo con gli amici, in presenza.
  • Essere d’esempio per i figli nella gestione di smartphone, tablet, …

I videogiochi possono aiutare i bambini con ADHD?

I videogiochi non sono da demonizzare, uno studio rivela che questi possono essere uno strumento utile per la diagnosi e il trattamento dell’ADHD. È stato anche notato che giocare ai videogiochi può migliorare:

•         Capacità di visualizzazione spaziale.

•         Abilità sociali e linguistiche.

•         Abilità matematiche.

•         La lettura.

I videogiochi non rappresentano di per sé un rischio per la salute mentale del bambino, infatti possono offrire anche diversi benefici. La ricerca scientifica indica che i bambini che usano i videogiochi si mostrano maggiormente capaci di cambiare attività più in fretta, ciò può rivelarsi molto utile per i bambini con ADHD che hanno difficoltà a passare da un’attività all’altra.

È importante notare che possono anche aiutare a sviluppare abilità come il senso di controllo e coordinamento. C’è un preciso interesse ad utilizzarli come leva per i giovani offrendo nuove prospettive educative e terapeutiche.

In una revisione degli effetti dei videogiochi è emerso che possono:

  • Essere un valido mezzo di apprendimento.
  • Aiutare a sviluppare abilità sociali.

I ricercatori hanno scoperto anche che i videogiochi possono aiutare a:

  • Migliorare la memoria, la navigazione spaziale, il ragionamento e la percezione.
  • Sviluppare capacità di problem solving.
  • Aumentare la creatività.
  • Migliorare l’umore.
  • Servire come via di fuga per tensioni e preoccupazioni.
  • Servire come scenario per la gestione della frustrazione.
  • Promuovere capacità di leadership, organizzazione e cooperazione.
  • Migliorare le capacità comunicative e decisionali.

I videogiochi possono quindi avere effetti positivi sulla salute del bambino, bisogna essere attenti nella scelta. Tuttavia, non smettono di rappresentare un rischio quando il loro uso non è moderato.

Conclusioni

Il legame tra ADHD e videogiochi può essere positivo o negativo a seconda dei parametri in cui si manifesta. Dipende dal tempo e dall’uso che si fa di questo tipo di intrattenimento.

Alla luce di ciò, è importante che i genitori di bambini e adolescenti con ADHD controllino e moderino il tempo che i figli trascorrono con i videogiochi.

Nonostante quanto detto, non si può affermare che uno causi l’altro, ovvero che i bambini che giocano ai videogiochi sviluppano spesso l’ADHD o che questa causa dipendenza da videogiochi. Si parla di correlazioni, ma non di causalità.

Bibliografia e sitografia

Masi L, Herba C, Garel P. Progetto pilota: esplorazione dell’utilizzo di Internet e dei media sociali che un gruppo di adolescenti partecipa all’Espace Transition. Ann Medico Psychologiques. (2019) 177:319–26. doi: 10.1016/j.amp.2018.04.009

https://ita.lifeunoreg.com/are-there-specific-adhd-risk-factors

Dott.ssa Laura Giarrusso

Dott.ssa Laura Giarrusso

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