BAMBINI, VIDEOGIOCHI E ADHD

Diverse ricerche hanno studiato il legame tra ADHD e videogiochi nel bambino e nell’adolescente evidenziando la probabilità che il bambino che dedica troppo tempo ai videogiochi sviluppi una dipendenza.

Una ricerca indica che più della metà dei bambini con e senza questo disturbo trascorre più di due ore al giorno ai videogiochi. Tuttavia, solo coloro i quali presentano ADHD giocano in modo compulsivo. Inoltre, è stato osservato che il bambino che mostra sintomi più gravi di ADHD corre un rischio maggiore di sviluppare dipendenza da videogiochi e subirne le conseguenze negative.

In sintesi, ADHD e videogiochi presentano una relazione bidirezionale in cui i sintomi dell’ADHD rendono attraente il videogioco, mentre il gioco stesso esacerba i sintomi dell’ADHD fornendo un’attività che rafforza continuamente il bisogno di gratificazione immediata. Lunghe ore di videogiochi possono rafforzare e consolidare ulteriormente la propensione dei bambini a una reattività incontrollata e ad un’impazienza pervasiva senza allenarli a sviluppare comportamenti più orientati alla riflessione. Il tempo dedicato ai videogiochi viene speso a discapito di attività ricreative come sport, musica e arte, che aiuterebbero a sviluppare nei bambini l’attenzione, la sicurezza di sé, l’inibizione comportamentale, la disciplina, le capacità di squadra e la socializzazione.

I bambini con ADHD possono essere vulnerabili perché i giochi sono spesso separati in segmenti più piccoli, incoraggiano il perseguimento di ricompense e non richiedono sempre tanta attenzione. La luce lampeggiante e gli effetti sonori funzionano come ancore per attirare la sua attenzione.

Il gioco è una tregua e un rifugio che alcuni bambini con ADHD non vogliono lasciare. I meccanismi esplicativi di questa attrazione da parte dei soggetti con ADHD per i videogiochi includono l’annoiarsi velocemente, l’intolleranza all’attesa, difficoltà di autocontrollo, difficoltà a essere motivati, bisogno di stimoli intensi e difficoltà nelle relazioni interpersonali. Oltre a ciò, studi in neurobiologia hanno mostrato un rilascio di dopamina striatale che coinvolge i circuiti di ricompensa del cervello durante l’uso di videogiochi migliorando la capacità di concentrazione durante il gioco che fornirebbe un senso di comfort per i giovani con ADHD.

Dalle ricerche risulta che i bambini ADHD sembrano mostrare un aumento del tempo di gioco dei videogiochi man mano che crescono, mentre i bambini “non adhd” non differiscono per età. Inoltre, sembra che l’uso eccessivo di videogiochi possa influenzare negativamente i problemi emotivi e comportamentali e il benessere dei bambini fin dai primi anni. Gli studi hanno ottenuto una correlazione positiva e significativa tra difficoltà di socializzazione e dipendenza da videogiochi e tempo di gioco durante la settimana, mentre l’associazione tra dipendenza da videogiochi e abilità prosociali è risultata negativa. In effetti, secondo la letteratura, esiste una forte associazione tra l’aumento del tempo davanti allo schermo e il ridotto sviluppo sociale nei bambini. Le difficoltà di socializzazione sono fattori di rischio per la dipendenza da videogiochi e, allo stesso tempo, saranno incentivate dall’uso degli schermi spingendo i giovani ad abusarne nei comportamenti di evitamento. Tra i giovani che non sono socialmente a proprio agio e provano un senso di fallimento nella loro vita, le interazioni online riducono sentimenti negativi come la solitudine e la noia. Detto questo, quando i genitori limitano e controllano il tempo davanti allo schermo, i bambini svilupperanno migliori capacità prosociali.

Segnali di avvertimento sull’uso disfunzionale dei videogiochi

Alcuni segnali di avvertimento sull’uso problematico dei videogiochi sono:

  • La persona perde la cognizione del tempo.
  • Il resto delle attività cessa di avere valore come rinforzo. Rispetto ai videogiochi, il piacere prodotto è insignificante.
  • La persona mente sul tempo dedicato al gioco o sulle attività che non ha svolto per giocare.
  • Mostra sintomi di astinenza subito dopo aver smesso di giocare.
  • È praticamente il suo unico argomento di conversazione.
  • Si arrabbia fortemente se costretto a smettere.

Cosa possono fare i genitori

 Non si tratta di eliminare i videogiochi e gli strumenti tecnologici, ma di educare i propri figli ad un uso corretto.

Questi strumenti non devono essere intesi come rifugio dalle difficoltà e dalla frustrazione (relazioni, noia, fallimenti, …), ma come una possibile alternativa utile e divertente da poter condividere. I genitori devono fungere da modelli per quanto riguarda l’uso dello schermo.

I rapporti negativi genitori-figli, lo scarso controllo parentale e la mancanza di regole sull’uso dello schermo sono fattori di rischio per l’aggiunta di videogiochi.

Indicazioni utili per l’utilizzo dei videogiochi

  • Stabilire un orario e un tempo preciso per giocare.
  • Mantenere piani incompatibili con il gioco (alternative come sport, attività culturali o artistiche, …)
  • Condividere il tempo con gli amici, in presenza.
  • Essere d’esempio per i figli nella gestione di smartphone, tablet, …

I videogiochi possono aiutare i bambini con ADHD?

I videogiochi non sono da demonizzare, uno studio rivela che questi possono essere uno strumento utile per la diagnosi e il trattamento dell’ADHD. È stato anche notato che giocare ai videogiochi può migliorare:

•         Capacità di visualizzazione spaziale.

•         Abilità sociali e linguistiche.

•         Abilità matematiche.

•         La lettura.

I videogiochi non rappresentano di per sé un rischio per la salute mentale del bambino, infatti possono offrire anche diversi benefici. La ricerca scientifica indica che i bambini che usano i videogiochi si mostrano maggiormente capaci di cambiare attività più in fretta, ciò può rivelarsi molto utile per i bambini con ADHD che hanno difficoltà a passare da un’attività all’altra.

È importante notare che possono anche aiutare a sviluppare abilità come il senso di controllo e coordinamento. C’è un preciso interesse ad utilizzarli come leva per i giovani offrendo nuove prospettive educative e terapeutiche.

In una revisione degli effetti dei videogiochi è emerso che possono:

  • Essere un valido mezzo di apprendimento.
  • Aiutare a sviluppare abilità sociali.

I ricercatori hanno scoperto anche che i videogiochi possono aiutare a:

  • Migliorare la memoria, la navigazione spaziale, il ragionamento e la percezione.
  • Sviluppare capacità di problem solving.
  • Aumentare la creatività.
  • Migliorare l’umore.
  • Servire come via di fuga per tensioni e preoccupazioni.
  • Servire come scenario per la gestione della frustrazione.
  • Promuovere capacità di leadership, organizzazione e cooperazione.
  • Migliorare le capacità comunicative e decisionali.

I videogiochi possono quindi avere effetti positivi sulla salute del bambino, bisogna essere attenti nella scelta. Tuttavia, non smettono di rappresentare un rischio quando il loro uso non è moderato.

Conclusioni

Il legame tra ADHD e videogiochi può essere positivo o negativo a seconda dei parametri in cui si manifesta. Dipende dal tempo e dall’uso che si fa di questo tipo di intrattenimento.

Alla luce di ciò, è importante che i genitori di bambini e adolescenti con ADHD controllino e moderino il tempo che i figli trascorrono con i videogiochi.

Nonostante quanto detto, non si può affermare che uno causi l’altro, ovvero che i bambini che giocano ai videogiochi sviluppano spesso l’ADHD o che questa causa dipendenza da videogiochi. Si parla di correlazioni, ma non di causalità.

Bibliografia e sitografia

Masi L, Herba C, Garel P. Progetto pilota: esplorazione dell’utilizzo di Internet e dei media sociali che un gruppo di adolescenti partecipa all’Espace Transition. Ann Medico Psychologiques. (2019) 177:319–26. doi: 10.1016/j.amp.2018.04.009

https://ita.lifeunoreg.com/are-there-specific-adhd-risk-factors

Dott.ssa Laura Giarrusso

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I primi anni di scuola primaria sono determinanti perché i bambini possano viverla positivamente e con interesse, se così non è si corre il rischio di un crollo dell’autostima e della motivazione ad apprendere con conseguente ostilità e rifiuto nei confronti della scuola.

Ogni bambino ha tempi e modi differenti di apprendere ed è importante tenerne conto.  A seconda quindi del bambino che abbiamo di fronte è fondamentale, per un percorso educativo e di potenziamento delle capacità,  adattare, metodi, strumenti, strategie alle sue caratteristiche e non alla massa, proprio come un sarto prepara con cura l’abito del suo cliente. Inoltre, perché l’apprendimento sia efficace e le conoscenze acquisite durino nel tempo, è fondamentale che il bambino sia interessato e motivato; deve potersi incuriosire e divertire,  scoprire l’utilità di ciò che impara.

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  • Bambini della scuola primaria.
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DI COSA SI TRATTA:

Supporto specialistico fondato sulla personalizzazione della didattica per aiutare il bambino/ragazzo a individuare un proprio stile di apprendimento (visivo verbale, visivo non verbale, uditivo cinestetico) per acquisire un proprio metodo di studio e diventare nel tempo sempre più autonomo.

STRUMENTI UTILIZZATI:

  • Schemi, mappe, formulari, video;
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  • Sintesi e dettatore vocale;
  • Attività di recupero e potenziamento;
  • Esercizi per lo sviluppo dell’attenzione e della concentrazione.


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